giovedì 31 maggio 2012

di nani e ballerine (capitolo x della saga anche detta del mondo dello spettacolo)



Allora una volta, ero ragazzina, volevo a tutti i costi fare l'attrice.
I miei rapporti con il mondo dello spettacolo cominciarono lì.
Poi si sono interrotti.
Ma poi sono ripresi e ormai non sono manco più ragazzina!
Vabbè, insomma, ora sono qui e qui vuol dire in una specie di circo.
Io non sono nè una funambola, ma un pò anche si,
nè una che fa l'equilibrismo, ma tipo manco su un pilastro di 20 metri largo
potrei stare in bilico.
E ora, dicevo, mi trovo in questo circo.
Non posso fare nomi, ma:

DONNE
- la più vera di tutte ha circa, vado a occhio, una centinaiella di chili di silicone/botulino in corpo
- la più colta di tutte, sa tre parole di italiano, ma ignora l'esistenza del congiuntivo
- la più bella di tutte, a vederla bene fa pena
- la più attiva di tutte, non alza il culo manco per andare a prendersi lo smalto da darsi sulle unghie anch'esse finte/fintissime
- la più interessante di tutte, non ha altri argomenti che non siano le feste, le festicciole, i festini, e quanto sia stancante la vita della gente che lavora nello spettacolo.

UOMINI
- il più vero di tutti è botox dipendente
- il più bello di tutti era bellissimo prima della dipendenza da botox
- il più colto di tutti sa un sacco di cose, ma finge, da vero infingardo di essere un idiota
- il più "semplice" di tutti è almeno truccato, se non anche parruccato

La bellezza di tutto, sta nel fatto che questi comandano, e non solo qui dentro.
La bellezza sta nel fatto che sei tu, quella un pò fuori di testa per loro,
che la sera torni a casa e addirittura non esci.
La bellezza sta nel fatto che in queste situazioni,
ti guardi da fuori e ti apprezzi.
Tu, che sei giovane ed hai già le rughe da pensatrice,
non avrai mai il problema di non poter uscire di casa
perchè in attesa dell'aggiornamento del botulino sei deforme.
Tu, semplicemente non avrai il tempo di fartelo.
Il botulino

martedì 29 maggio 2012

made in testaccio


Tempo fa sono stata al MOAcasa, alla nuova fiera di Roma.
Ho visto tanti mobili, tanti espositori, tante cose belle.
Soprattutto alla fine del percorso.
Come spesso accade infatti, le cose più belle, erano rilegate nell'ultimo padiglione,
però come si dice "chi la dura la vince" e convinta dalla mia sodale amica e accompagnatrice,
mi sono lasciata trasportare fino alla fine.
E bene ho fatto.
L'ultimo pezzo di padiglione era infatti dedicato agli artisti/artigiani.
Molte cose notevoli, tra le quali quelle di Made in Testaccio , un laboratorio romano,
nel quale 3 ragazze elaborano dei bellissimi manufatti, con l'impegno della sostenibilità ambientale.
Esempio: Hai delle magliette che non usi più? Loro le trasformano in tovagliette per la tavola!
Hai degli stracci per le pulizie di casa che ti avanzano?
Loro ti fanno un carrello per la spesa!
Insomma a tutto c'è ri-medio e per tutto c'è ri-uso.
Al di là della simpatia di Francesca, una delle tre ragazze in questione, mi sembra simpaticissima anche l'originalità delle creazioni.
Io sto raccogliendo un pò di abiti armai in disuso, per fare le tende.
Date uno sguardo, c'è senz'altro qualcosa che vi piacerà!


mercoledì 23 maggio 2012

del casino dell'essere sole

Sottotitolo "e della convenienza dell'essere papà".
In questo momento della mia vita sono una pila elettrica.
Come suol dirsi, mi tengo sui nervi.
Mi sento come, avete presente quelle scatole che le apri e una molla fa uscire un pupazzo? Ecco.
Io sono il pupazzo (magari vestita un pò meglio, ma pur sempre a molla).
Come mai?
Perchè sono pressata come una sardina in una scatola,
come una gallina da uova in una batteria,
come un passeggero in una metro nell'ora di punta.
Insomma, sono una donna sola, con mille cose a cui pensare.
Dov'è la novità?
Io sono semplicemente una delle tante, è ovvio, ed è a queste tante che vorrei chiedere:
come vi sentite?
Non siete stanche?
Quand' è che è abbastanza?
Quando si acquisisce il diritto alla leggerezza?
Ma soprattutto, oltre alla genetica differenza del portare in grembo/partorire/allattare, dov'è la differenza tra l'essere una madre e l'essere un padre?
Di cosa vanno ringraziati gli uomini che si occupano dei figli?
Stamane in una conversazione con una collega, anche lei  mamma separata,
mi si è gelato il sangue nelle vene a sentire:
"Nono, ma lui è un padre molto presente.Tipo oggi li va a parendere a scuola e li porta in piscina"
Anvedi che padre!
Bravissimo, addirittura fai 2 cose!
Siamo a questo, nel 2012, noi donne siamo ancora a questo.
A ringraziare gli uomini di essere 1/4 di quello che siamo noi.
Le mie conversazioni con il padre di mia figlia stanno diventando surreali,
dalla nostra separazione ad oggi non abbiamo mai avuto problemi di alcun genere,
a parte brevi momenti passeggeri, con il risultato che il mio fegato è spappolato,
ma mia figlia è splendida, e ciononostante,(o forse proprio per questo) tutto è divenuto dovuto.
La frase migliore è stata "si sa che i figli seguono le mamme".
Traduzione: sono affari tuoi come ti organizzi.
Ho girato e rigirato le possibili soluzioni,
compresa la violenza fisica e la via per uscirne qual'è?
Solo strategie che farebbero male a mia figlia,
che le toglierebbero quel minimo di presenza della quale gode.
Chi sa come se ne esce?